Biografia sintetica di A G Fronzoni.
Nasce a Pistoia, il 5 marzo 1923. Consegue a 18 anni, il diploma, in una Scuola Tecnica Professionale privata.
Dopo la morte precoce del padre e in seguito, a causa della guerra, deve interrompere il suo percorso scolastico, proseguendo tuttavia
da autodidatta, la sua formazione culturale.
Alla fine della guerra, dopo il matrimonio con Marina Fra, apre il suo studio-abitazione a Brescia.
Nel 1945 inizia la sua attivita professionale collaborando con quotidiani e
settimanali locali in veste di redattore e per un breve periodo
occupandosi anche di critica cinematografica.
Dal 1945 al 1946 è redattore capo del settimanale umoristico Barabba, nel 1946 è redattore del quotidiano l’Unità.
Nel 1947 fonda il giornale “Punta”, mensile di lettere ed arti e ne assume la direzione.
Nel 1948 è direttore della rivista Resistenza, redattore di Brescia socialista, redattore capo del quotidiano Brescia Notizie.
Nel 1949 è redattore capo de “L’ora serena” e successivamente del periodico “Provincia”. Affianca all’attività editoriale, l’attività di progettista grafico, di progettista di interni e di allestimenti che diventa, quest’ultima, nel tempo, l’interesse prioritario.
Nel 1953 a Milano è premiato al “I concorso fra i grafici italiani”.
Sempre nel 1953 progetta l’allestimento dei locali destinati ad accogliere la collezione privata di arte contemporanea di Guglielmo Achille Cavellini: la realizzazione desta interesse per l’originalita e la sapiente perizia museografica, tanto da valergli il riconoscimento di Lionello Venturi e Giulio Carlo Argan.
Nel 1954 a Brescia è premiato alla “Mostra-premio per un manifesto celebrativo del cinquantenario dell’U.c.c.”.
Nel 1955 allestisce la Galleria san Marco a Bergamo e nel 1958 la Galleria del portico a Brescia.
Progetta alcuni interni e alcuni punti vendita come il negozio Angoscini, il negozio Stilmoda, il negozio Ghelfi, il negozio Mora&Luvolini, sempre a Brescia, e il negozio Rossiflor a Milano, nei quali l’elemento grafico dialogando con l’architettura, raggiunge un ordine visivo di particolare semplicita e chiarezza. Nel campo della grafica crea opere che vanno dagli annunci e cartelloni pubblicitari a insegne, dal packaging alle carte da lettere, dalla progettazione di marchi. alla progettazione di immagini coordinate.
Si occupa anche del copywrite concepito come parte strutturante il messaggio visivo, caratterizzato da un uso incisivo e sintetico della parola, escludendo programmaticamente messaggi condizionanti.
Nel 1956 è chiamato a Milano per dirigere i servizi di stampa e propaganda per l’Innocenti.
Nel 1958 a Gardone Riviera, riceve il premio per il migliore annuncio dell’anno su quotidiani e riviste di Bergamo, Brescia, Cremona, Mantova e Verona.
Ancora nel 1958, a Milano, riceve la targa d’argento dell’Aiap, quale riconoscimento dell’attività svolta nel campo della grafica.
Sempre nel 1958 con la moglie e le tre figlie, Elena, Paola e Camilla, trasferisce la propia attività professionale a Milano, aprendo un nuovo studio-abitazione.
L’allesimento del padiglione per l’Acquedotto di Napoli è del 1961.
La pittura, sempre coltivata, è un campo di sperimentazione privilegiato, occupando costantemente una parte rilevante dei suoi interessi: nel 1963 alla libreria Salto, a Milano, allestisce la sua mostra personale, recensita del critico Emilio Tadini.
In questo periodo progetta l’immagine coordinata della Valextra e della Moreschi ed è Art director delle riviste di moda maschile Stile e Petronio, edite dalla casa editrice Ruggeri di Milano.
Il progetto della valigia Forma Zero ideata per la Valextra è del 1963.
Progetta, fra le altre, nel 1964, l’immagine coordinata dei Magazzini alla Posta di Brescia.
Dal 1965 segue a Genova una serie di progetti di interni e di allestimenti: fra gli altri, la nuova sede della galleria d’arte “La polena” e il progetto di ristrutturazione dell’Istituto di storia dell’arte della Universita degli studi, ubicato nello storico palazzo Balbi Senarega. Disegna in quella occasione, una serie di mobili, la serie 64, che viene concepita concettualmente come serie ideale, finalizzata all’inserimento in diversi contesti ambientali.
Emblematici gli esiti raggiunti nei manifesti: sono forse questi ultimi i suoi progetti piu noti, fra cui spicca quello progettato per la mostra di Lucio Fontana alla galleria La polena di Genova nel 1966, quello per la mostra di Gio Ponti alla galleria de Neubourg e quello per il Museo sperimentale d’arte contemporanea di Torino, entrambi editati nel 1967.
Sempre maggiore attenzione viene dedicata alla sua opera dalla stampa e dalla critica: il suo linguaggio sembra essersi ormai precisato in un’assoluta coerenza di qualita formale e metodologia operativa.
Dal 1965 al 1967 cura l’impaginazione della rivista “Casabella”, allora diretta dall’architetto Gian Antonio Bernasconi, collaborandovi anche in qualità di redattore fino al 1967.
Fra i progetti di arredo degli interni è del 1966 l’appartamento Edoardo Manzoni a Genova.
Nel 1967 viene chiamato ad insegnare alla Scuola Umanitaria di Milano.
Iniziando così, parallelamente all’attività professionale, l’attività didattica che proseguirà instancabilmente nel corso degli anni.
I progetti non realizzati di case per abitazioni a Genova Voltri, tra il 1967 e il 1968, della casa Luporini- Stegagno a Levanto, della casa Lironi a Giovo di Sassello e della casa Chianese a Monterosso, tutte del 1967, considerate troppo innovative dalle sopraintendenze, possono essere analizzate dal punto di vista metodologico come modelli esemplari della sua filosofia progettuale in campo architettonico.
Sempre nel 1967 inizia l’insegnamento alla Scuola statale d’arte di Monza che durerà fino al 1988.